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La benda rossa: incesto in incognito – Cap. 6


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
30.06.2025    |    2.433    |    1 9.1
"] e aveva goduto assai, ma ora aveva il cazzo del figlio dietro e del marito davanti ed era una libidine ancora maggiore, acuita ancor più dall’essere bendata..."
La benda rossa – Cap. 6: Un ritorno inaspettato (Il finale)

Quando pareva che la vicenda del sesso in famiglia tra Rachele e Samuele, ora con l’aggiunta della neo-fidanzata Martina, procedesse per il meglio, ci fu uno sviluppo inatteso e deleterio che mise a rischio il clima familiare.
Erano passati solo una decina di giorni dall’inizio degli eventi, ma per Rachele era cambiato drasticamente il corso della vita. Ora si sentiva una donna felice come non lo era stata da tempo, appagata nei suoi desideri repressi riscoprendo il piacere del sesso e che aveva un nuovo modo di vedere le cose, con la mente finalmente libera da pregiudizi e tabù.
Non pensava quasi più a suo marito Oscar, di qualche anno più grande di lei, che da troppo tempo le dedicava ben poche attenzioni. Inoltre essendo egli ispettore commerciale di una grande azienda delle distribuzione era in giro per l’Italia tutta la settimana e alle volte non rientrava neanche per il week-end. Infatti da quando era iniziata la situazione con suo figlio, Oscar non era ancora tornato a casa dalle sue lunghe trasferte lavorative, in cui Rachele ben sapeva che lui frequentava le sue amanti nelle varie ragioni ma oramai se ne era fatta una ragione.
Così quando Oscar le aveva inviato un messaggio per dire che sarebbe rientrato il sabato di quella settimana, Rachele non se preoccupò, stabilendo con Samuele che ovviamente loro due avrebbero dovuto evitare ogni accenno o indizio alla loro tresca incestuosa. Anzi, Samuele pensò che quel giorno se ne sarebbe stato da Martina, proprio per non incontrare il padre con cui non andava troppo d’accordo e per evitare ogni imbarazzo alla presenza della madre.
Quindi, il giovedì, in una serata di pioggia e temporale, madre e figlio dopo aver bevuto un po’, fecero sesso per un paio d’ore dopo cena e, alla fine, si addormentarono tranquillamente nel letto matrimoniale, nudi e avvinghiati l’uno sull’altra.

Ma poco prima di mezzanotte, gli eventi precipitarono.
Oscar aprì il portone di casa ed entrò silenziosamente; le luci erano spente e quindi pensò che moglie e figlio dormissero, e non li chiamò. Si diresse senza far rumore nel suo studio a prendere alcune cartelle di documenti lavorativi che aveva dimenticato e gli servivano per una riunione del giorno dopo.
Doveva ripartire subito alla volta della sede centrale dell’azienda, ma prima volle andare a salutare la moglie in camera.
La porta era socchiusa, in camera aleggiava un odore particolare, che gli parve di feromoni e di... sesso!. Così egli accese la luce nel corridoio, sufficiente a rischiarare l’interno.
Quello che vide lo pietrificò: moglie e figlio nudi e abbracciati a letto, dove vi erano anche dildo e sex-toys!

Per qualche attimo Oscar fu incapace di pensare e di reagire. Poi, l’evidenza della situazione lo scatenò, gridando la sua ira e incredulità:
“Oh!... Sveglia!... Ma cosa fate?... Insieme nudi nello stesso letto?...Pervertiti!”
Moglie e figlio si svegliarono di soprassalto, sorpresi e spaventati e ancora un po’ brilli dopo la bevuta della sera. Rachele aprì a malapena gli occhi e cercò di realizzare, vide il marito e fece impaurita:
“Oddio!... Oscar!... Ma... ma cosa ci fai qui?... Non dovevi tornare sabato?”
“Cosa ci faccio qui?... Ma è casa mia!... Sono venuto a prendere dei documenti di lavoro per una riunione domani.... e poi torno quando mi pare!... Tu piuttosto cosa fai con tuo figlio?”
Rachele non sapeva cosa dire, e farfugliò qualcosa: “Ecco... io... cioè... c’era il temporale e lui ha avuto paura.. .allora l’ho fatto dormire qui...” inventando la scusa più stupida e inverosimile.
“Ma che temporale... mica ha cinque anni... ma guardatevi... siete nudi... altro che dormire... voi avete scopato!... Siete dei maiali depravati!... Tu che scopi con tuo figlio!... Ti rendi conto? E’ un incesto bello e buono!... Ma come ti permetti, troia che non sei altro!... E poi vedo che ti sei anche depilata tutta, come una puttana!... Vacca schifosa!”
Oscar era una furia, Rachele era paralizzata, non sapeva cosa fare o cosa dire, l’evidenza era contro di lei. Cercò di coprirsi con il lenzuolo, ma era scivolato a terra. Samuele era ancora frastornato e non riusciva a capacitarsi della situazione; rimase in silenzio ma l’uccello in erezione parlava per lui.
Il padre si rivolse anche al figlio: “E tu?... Non ti vergogni?... Con tutte le donne che ci sono, proprio con quella troia di tua madre vai a scopare?... Guardati stronzetto, hai ancora il cazzo duro!... Che maiale!”
Dopo queste parole, mentre moglie e figlio erano bloccati a letto abbracciati per darsi coraggio ma terrorizzati dalla reazione dell’uomo, ad Oscar venne l’intuizione di prendere lo smartphone e scattare alcune foto dei due amanti incestuosi. Poi continuò con tono incalzante:
“Ecco... questa è la prova delle vostre porcherie e del vostro incesto... Rachele, chissà cosa dirà il preside del liceo nel vedere la sua insegnante a letto con il figlio!... Sarai licenziata e radiata dall’elenco dei professori... e tu stronzetto sarai espulso dalla scuola... Io ti ripudierò per tradimento e vi caccerò di casa, che ricordatevi è intestata solo a me... andrete a dormire sotto i ponti... tu per vivere potrai fare la puttana, dato che ti riesce così bene!”
Quindi, al culmine della sua ira, Oscar diede due forti manrovesci alla moglie che per il contraccolpo ricadde sul letto, e altrettanti ancora più forti al figlio che rimase quasi tramortito.

A quel punto Rachele scoppiò in lacrime, capendo solo in quel momento che quello che aveva fatto poteva legittimare la comprensibile reazione del marito, mentre Samuele cercava di consolarla, ma tremava tutto. Singhiozzando, lei cercò di dire qualche parola:
“Oscar... perdono!... Me li sono meritati i tuoi ceffoni... Ti prego, ti chiediamo perdono... è stato un momento di debolezza... io... ecco... da troppo tempo tu mi trascuri e so perché... si erano create certe situazioni e... sono caduta in tentazione...”
“Sì papà... scusa... è stata colpa mia... se la mamma è stata coinvolta in questa situazione... all’inizio non lo sapeva neanche che fossi io, insieme agli altri ragazzi....” farfugliò Samuele, ma le sue parole peggiorarono la situazione.
“Come gli altri ragazzi?... Ma hai scopato anche con altri?!... Sei proprio una troia senza limite!... Adesso mi racconti tutto quello che avete combinato!”

Allora Rachele capì che era meglio confessare tutto. Dopo aver aperto l’anima a Dio che in qualche modo l’aveva perdonata [si veda l’episodio della confessione all’inizio del Cap. 3, N.d.A.], ora per lei era ben più difficile dire tutto e farsi perdonare dal marito.
Aveva la salivazione azzerata, così bevette un po’ d’acqua dal bicchiere che aveva sul comodino. Ancora con le lacrime agli occhi e in stato di turbamento, cominciò a rivelare quello che era successo:
“Ecco... vedi... tutto è cominciato una decina di giorni fa con delle lezioni di ripetizione a degli allievi e... galeotta è stata questa benda rossa...” disse prendendo in mano la famosa benda che era rimasta sul letto, elemento oramai abituale nei giochi erotici di Rachele.
Poi continuò, fino descrivendo l’incesto con il figlio, prima bendata e poi ben conscia [come narrato nel 2° episodio, N.d.A.], aggiungendo:
“... e in quel momento grazie a Samuele mi si è aperto un nuovo mondo, un mondo fatto di sesso... riprovare i piaceri che non avevo più da tanto tempo... dato che tu non mi guardi più, perché hai le tue amanti nei tuoi giri di lavoro... come quella Luana e quell’altra...” – e qui diedi un’occhiataccia al marito, come a rimproverarlo del suo comportamento e distacco da lei, che in fondo era l’origine di tutto - poi continuò:
“... e così da quell’episodio ho scoperto nuove forme di piacere a cui prima non avevo mai neanche pensato... come riscoprire il sesso con una mia amica o a tre con la ragazza di Samuele o anche a possederlo con questi toys...” con questi ultimi accenni quasi come una sfida al marito a chi la combinasse più grossa.

Oscar rimase stupito dalle rivelazioni della moglie; mai avrebbe pensato che la donna docile e sottomessa e apparentemente refrattaria al sesso diventasse una specie di ninfomane senza limiti.
“Ah, è così!... Da non credere... in pochi giorni hai fatto tutto questo... dal nulla sei passata all’incesto con tuo figlio e anche a incularlo, fino alle ammucchiate e anche a lesbicare!.. Proprio da non credere!... Su una cosa ti do ragione: che io ti ho trascurato per dedicarmi alle mie amanti... è vero, ma tu eri sempre così fredda e senza passione, io da uomo ho certe esigenze ma sembrava che del sesso non te ne importasse nulla... e invece...”
Quindi, visto il cambiamento drastico nell’atteggiamento della moglie, Oscar pensò a come dovesse comportarsi ora con lei, in qualche modo accettando la nuova situazione ma ancora con l’ira funesta da smaltire; così aggiunse:
““Non so ancora se scusarvi o no... di fronte a queste situazioni se Dio perdona, io no!... Prima dovrò punirvi come meritate... Dato che vi piace fare sesso, farò venire quattro o cinque conoscenti del circolo tennis che a te Rachele ti scoperanno senza pietà in tutti i modi, fino a farti passare la voglia di prendere cazzi... uno è anche superdotato che non trova donne disponibili alle sue misure, mentre a te ti potrà sfondare tutta... se non lo farai volontariamente, li autorizzo a violentarti!... poi, porterò qui le mie amanti--- proprio la Luana e anche Moira... e tu diventerai la nostra sguattera... ci servirai come una schiava e sarai umiliata come meriti!... Se non farai così, come ho detto prima ti sbatterò fuori di casa e poi farò circolare queste foto!”
Rachele ascoltò quelle parole a capo chino, riconoscendo la colpa e infine rassegnata e piangente sussurrò: “Ehm... sì... ammetto le mie colpe... per farmi perdonare farò tutto quello che vorrai... anche farmi scopare e umiliare da chi vuoi... ma ti prego, lascia fuori Samuele da tutto questo...”
“Eh no, anche lo stronzetto avrà la sua punizione... Se vuole ancora essere mantenuto in casa e negli studi, oltre che vedere sua madre scopata da più uomini, dato che gli hai già aperto il culo lo farò inculare come si deve da qualche trans o da quell’amico superdotato che è anche bisessuale... così impara cosa vuol dire prendere cazzi!”
Il povero Samuele nell’immaginarsi alle prese con cazzi fuori misura ebbe un attimo di spavento, ma pensò tra sé e sé: “Qui la situazione è grave, in qualche modo devo uscirne anche se questo è il prezzo da pagare... e poi prendere il dildo o lo strap-on non mi dispiace, vorrà dire che proverò anche un cazzo vero...”.
Così anche lui si piegò ai voleri del padre e disse: “Ecco... io...con un uomo o una trans non l’ho mai fatto... è vero, con mamma ho provato... ehm... certi giochi con i suoi attrezzi... farò quello che vuoi se serve per farmi perdonare...”

A quel punto, Rachele e Samuele pensarono che per il momento la parte più dolorosa della vicenda e della collera di Oscar si concludesse lì, in attesa che fossero puniti corporalmente come detto da lui. Samuele fece per andarsene in camera sua, avvilito con la coda tra le gambe, ma il padre lo fermò:
“E tu dove credi di andare?... Non ho mica finito!”
“Ma...vado in camera mia... pensavo che dovevo lasciarvi soli... ormai in questo letto non posso più stare...” replicò il ragazzo.
“Invece rimani qui... sarete puniti come ho detto ma questo non vuol dire che non potrete continuare a fare sesso... se mi dimostrerete che vi volete bene come amanti veri!” aggiunse a sorpresa Oscar.
Rachele lì per lì non capì cosa volesse dire il marito: “Cosa vuoi dire con questo?”
“Voglio dire che ora mi farete vedere tutto quest’amore che avete... Adesso farete sesso come si deve sotto i miei occhi e così vi giudicherò!” li fulminò Oscar con un diktat che non ammetteva obiezioni.
“Come fare sesso davanti a te?... Ma così non riesco... dopo tutto quello che ci hai detto...” cercò di opporsi Rachele.
Invece quelle parole a Samuele procurarono un’eccitazione inconscia e riprese un’involontaria erezione.
“Ora scoperete tra madre e figlio e poche storie!... Vedì, allo stronzetto l’idea è piaciuta e gli sta tornando duro!” fece sogghignando Oscar e aggiunse: “Su, mettilo in bocca a quella troia di tua madre!”

Così, pur tentennante, Samuele porse l’uccello effettivamente duro verso Rachele, la quale lo guardò poi rivolse un’occhiata al marito che stava in piedi come per dirigere i loro movimenti, che la incitò: “Forza, cosa aspetti?... Ciuccia il cazzo di tuo figlio!”
Rachele fece un sospiro, ormai non poteva fare diversamente; aveva la cappella del suo giovane amante a pochi centimetri. Infine, socchiuse gli occhi e aprì la bocca, inghiottendo quel fungo di carne, iniziando a succhiarlo. Contemporaneamente, sentì un certo stimolo nelle parti basse, cominciando inaspettatamente a bagnarsi. Non l’avrebbe mai pensato fino a qualche attimo prima data la sfuriata di Oscar, ma ora si stava eccitando a spompinare il figlio sotto gli occhi del marito, quindi si mise d’impegno per fare un bel servizietto al suo ragazzo.
Oscar osservava la scena, colpito dalla dedizione della moglie per il cazzo del figlio ed esclamò:
“Però!... Come succhia bene la mammina... si vede che le piace proprio...Adesso continuate con un 69... Samuele, voglio vedere come la lecchi!”
I due eseguirono, con il ragazzo sotto e la madre sopra, mettendogli la fregna in faccia mentre continuava a succhiarlo, ficcandosi il cazzo il più possibile fino in gola.
Samuele inserì subito la lingua nella vulva già umida e che conteneva ancora tracce di sperma del creampie che le aveva fatto un paio di ore prima e che stavano ancora fuoriuscendo.
Oscar si mise proprio dietro di lui per osservare bene come la stesse leccando e si accorse del liquido denso e biancastro che colavano lentamente dalle labbra aperte.
“Ehi, ma questo è sperma... Ah, quindi stasera le hai già sborrato dentro!... Che maiali... e tu Rachele sei senza ritegno a farti venire dentro da tuo figlio!... Però sapete cosa vi dico?... che le vostre porcate mi hanno eccitato... e visto che i cazzi ti piacciono tanto, cara moglie, adesso ti do anche il mio!”
Così Oscar si sbottonò i pantaloni ed estrasse l’uccello: un pene di medie dimensioni, non confrontabile con quello del figlio, non depilato ma già duro e scappellato. Se lo menò per qualche attimo e lo cacciò in bocca a Rachele che era già alle prese con il cazzo di Samuele.
“Ora vediamo come ne prendi due in bocca!” esclamò eccitato Oscar.
Rachele non voleva darsi per vinta e quindi aprì il più possibile la bocca per accogliere anche la cappella del marito; non aveva lo stesso sapore giovane e fresco di quella di Samuele, ma sapeva di selvatico e di urina, ma non se ne curò. Per qualche attimo li tenne entrambi, poi passò a succhiarli alternandoli in bocca ora l’uno ora l’altro.
Stava spompinando insieme marito e figlio, da non credere fino a poco prima.

Dopo qualche minuto, Oscar volle vedere compiersi l’incesto vero e proprio sotto i suoi occhi, così ordinò al figlio: “Ora scopa quella troia di tua madre!”
Rachele a quel punto fece buon viso a cattiva sorte e, in spregio al marito, lo incitò a sua volta:
“Sì, Samuele... fai vedere a tuo padre come scopi la mamma e come ci amiamo veramente!”
Il ragazzo quasi non si capacitava della situazione, il padre che dopo tutta la scenata ora lo spingeva a fottere la madre, la quale a sua volta lo spingeva a possederla!.
In fondo, comunque, era eccitato e il suo membro, rinvigorito dal pompino, pronto all’uso.
Così, Rachele si distese sul letto a gambe larghe e tenendo la vulva aperta con le mani, in un attimo Samuele fu dentro di lei e iniziò a scoparla senza ritegno.
Il suo cazzone entrava e usciva dalla fregna materna, che colava in abbondanza; il ritmo era incalzante con Rachele che incassava i colpi con sospiri e dei “Sìì... sììì...” di piacere.
Oscar rimase qualche attimo in silenzio ad osservare la scena, menandosi lentamente l’uccello; da una parte non avrebbe mai creduto possibile una situazione così oscena, dall’altra anche se non aveva ancora smaltito la sua ira, sentiva un’eccitazione crescente nel vedere la moglie scopata dal figlio, rimanendo ammirato dalla sua verga. Così disse a mezza voce:
“Però, figliolo... che gran cazzo che hai!... Capisco che tua madre, come donna, ne sia stata attratta!”
Poi rivolto alla moglie aggiunse: “E tu troia, mentre tuo figlio ti scopa, succhiami ancora il cazzo!”,
e gli ricacciò l’uccello in bocca che Rachele riprese a succhiare senza indugio.

Dopo qualche minuto, Samuele rallentò il ritmo per non venire subito, così Oscar colse l’occasione per dargli il cambio. Fini di spogliarsi velocemente, rivelando un fisico in buona forma, peloso, abbronzato ed esclamò: “Adesso ti scopo io!” e infilò il suo cazzo nella sorca della moglie al posto di quello del figlio.
Erano mesi che Oscar non scopava la moglie, avendo perso ogni attrattiva e impegnato com’era con le sue amanti di altre zone, ma ora, in quella situazione particolare aveva degli stimoli nuovi che gli davano una notevole carica. Sottopose la moglie a una serie di colpi potenti che, anche se non era dotato come il figlio, fecero assai effetto a Rachele, che si sorprese assai:
“Ohhh... Oscar, che forza!... non mi hai mai scopato così!... Si vede che questa situazione ti fa effetto!” lo stuzzicò Rachele.
“Devo dire di sì... scoprire che la moglie è una troia mi stimola assai... se fossi stata così anche in passato, il nostro rapporto sarebbe stato diverso...” rispose Oscar, aggiungendo:
“Ora io e lui ti scopiamo in tandem, alternandoci...”
Infatti, dopo aver continuato per qualche minuto a fotterla con energia, il padre lasciò il posto al figlio che continuò l’opera, e così via, dandosi spesso il cambio come corridori ciclisti o come... in una gang-bang, ognuno reimmergendo il proprio membro nella vagina di Rachele, lasciata calda e bagnata dall’altro, procurandole delle continue godutine.

Ma ora che padre e figlio stavano apparentemente ritrovando l’armonia in ambito scopatorio, Samuele provò ad alzare la posta, dicendo:
“Sai papà, a mamma piace tanto prenderlo anche nel culo!”
“Eh, mi immaginavo... troia com’è diventata... lo vuoi anche dietro Rachele?” chiese alla moglie, la quale incapace di obiettare e volendo, alla fin fine, continuare quell’orgetta in famiglia, confermò:
“Oh sì, certo!... Mi piace tanto prenderlo nel culo e Samuele ci sa proprio fare!”
“Bene, allora figliolo... ora inculala!” ordinò Oscar, eccitato all’idea di vedere la moglie sodomizzata dal figlio.
Ma Rachele che oramai aveva superato il limite della decenza, fece una proposta ancor più perversa: “Ma che ne dite di scoparmi insieme nei due buchi?... Mi fa impazzire... anzi Samuele, mettimi la benda che senza vedere ho delle sensazioni ancora più forti!”
“Hai capito cosa ti dice la mammina... Immagino l’abbiate già fatto... su, fai così!”
Samuele eseguì e mise la famosa benda rossa, rimasta sul letto, sugli occhi della madre, e le lubrificò l’ano con del gel che aveva sul comodino.. Poi il ragazzo si stese sul letto e guidò nei movimenti Rachele che, al tatto, si impalò sul cazzo duro del figlio, dandogli le spalle, con un sospiro di piacere.
Dopo un attimo di adattamento a quell’arnese nel culo, Rachele cominciò a muoversi lentamente su e giù, cavalcando il cazzo che le occupava interamente le profondità anali.
Oscar era esterrefatto: mai la moglie in tanti anni aveva mai mostrato una simile troiaggine e propensione al sesso anale, e per questo lui non aveva insistito più di tanto. Ma ora a vederla così,
bendata e che montava il cazzo del figlio, si rendeva conto che la moglie non aveva più limiti.
Rachele si agitava, sditalindandosi e gemeva di piacere:
“Mmm... sìì... sììì... continua... incula la mamma!”

A quel punto Oscar, con il cazzo duro come non mai, non poteva non scoparla ancora.
Vedendo la vulva aperta colante di brodaglia, si avvicinò alla moglie ordinandole:
“Piegati un po’ all’indietro, che ora ti scopo in figa!”
Rachele eseguì, appoggiandosi con i gomiti sul letto e allargando le gambe. Un attimo dopo sentì il cazzo del marito entrare di forza nella sua natura, facendola sobbalzare.
Ora Rachele aveva i due cazzi dentro di lei; la doppia penetrazione l’aveva già fatta con i suoi allievi Flavio e Franco [come narrato nel 2° episodio della serie, N.d.A.] e aveva goduto assai, ma ora aveva il cazzo del figlio dietro e del marito davanti ed era una libidine ancora maggiore, acuita ancor più dall’essere bendata.
I due uomini di casa non persero tempo e cominciarono a spingere all’unisono: Samuele dando dei colpi di bacino da sotto e Oscar sfondandola da sopra, il quale ogni tanto allungava una mano per stringerle le tette e i capezzoli che sapeva essere molto sensibili, procurandole un’ulteriore stimolazione.

Andarono avanti ancora per diversi minuti, finché Samuele sentì che ormai, un po’ per lo sforzo, un po’ per il peso sopra di lui che gli comprimeva il cazzo, era al punto di non ritorno, ed esclamò:
“Mamma... non ce la faccio più... sto per venire...”
Gli fece eco il padre: “Dai, figliolo... resisti ancora qualche attimo... che tra poco ci sono anch’io...”
e poi dopo qualche altro colpo aggiunse con tono concitato: “Ecco... adesso... dai, veniamo insieme!... Riempiamo di sborra questa troia in tutti i buchi!!”
Così, padre e figlio esplosero entrambi quasi all’unisono in una copiosa sborrata che, con vari getti inondarono la cavità anale e vaginale di Rachele, la quale avvertendo quegli abbondanti fiotti di sostanza calda e densa dentro di lei ebbe lo stimolo finale ed anche lei arrivò ad un orgasmo lancinante: “Sììì... godooo!... Aagghhh!”, accompagnato da uno spasmo nei suoi buchi che si serrarono intorno ai due organi maschili che l’avevano dominata.
Solo dopo qualche attimo in cui pareva inanimata e accasciata sul corpo del figlio sotto di lei, Rachele riprese coscienza e sussurrò: “Mmm... figlio caro e marito adorato... mi avete fatto godere tantissimo... e riempita con un bel creampie, proprio il nostro dolce preferito, vero Samuele?”
“Sì mamma, come sai adoro il creampie... ora piacerà anche a papà...” fece il ragazzo.
Oscar non aveva afferrato del tutto il riferimento al dolce, ma aveva capito il significato del creampie, cioè della venuta dentro. Così, preso anche lui dalla libidine del momento, colse l’occasione e diede un nuovo ordine:
“Rachele, dato che adesso sei piena del creampie come dici tu, e che a Samuele piace, ti metti sopra di lui e gli fai colare in bocca tutto quello che ti esce dal culo e dalla figa!”
Il ragazzo non se lo aspettava; aveva sì leccato la madre dopo esserle venuto dentro ma non lo sperma di altri. Provò a opporsi: “Ma papà con la sborra di altri non l’ho mai fatto...”
“Silenzio, altrimenti ti punisco... se ti piace leccare tua madre, così sarà ancora più gustosa!”
Intervenne anche Rachele per convincerlo: “Sì dai, figlio caro... leccami bene come sai fare tu e prendi tutta la sborra che mi avete dato... anche quella di tuo padre... che non è altro che il seme che ti ha generato!”
Così, senza neanche aspettare la risposta del figlio, aiutata da Oscar si mise accovacciata sopra di lui e lasciò defluire dai suoi buchi aperti tutto quello che aveva dentro: una doppia colata di sborra calda, intrisa degli sbrodolamenti materni, si riversò nella bocca del ragazzo, che a quel punto non poté far altro che ricevere tutto quello sperma, suo e del padre, e ingoiarlo il più possibile.
Alla fine quella perversione lo eccitò e quindi passò delicatamente la lingua su quei pertugi ancora dilatati, infilandola all’interno il più possibile per recuperare i residui di sborra rimasti tra le pieghe.
Una volta finita l’opera, Rachele si girò e cercò, sempre bendata, la bocca del figlio per farsi passare un po’ delle ultime gocce di sperma che vi aveva, dicendogli:
“Bravo figlio mio, che hai raccolto tutta la sborra che la mammina aveva dentro... così abbiamo accontentato tuo padre...”

Ma Oscar che non aveva ancora del tutto sbollito la rabbia, disse:
“Eh, cara moglie... sei davvero una gran troia che hai dato una bella dimostrazione delle tue capacità... ma non ho ancora finito la punizione per te!”
Vedendola con la vulva ancora aperta e bagnata, le diede un nuovo ordine:
“Ora stenditi e alza le gambe... quella figa che ha già preso cazzi e sborra avrà ancora un trattamento che merita!”
Rachele non cercò di opporsi, non sapeva cosa avesse in mente il marito, ma si mise in posizione come aveva detto. Essendo ancora bendata non vedeva cosa stesse facendo, finché sentì una fitta di dolore ai capezzoli e gridò: “Aahhh... fa male... cos’è?”
Oscar sogghignando rispose: “Ti ho messo due mollette, che erano lì sul mobile, ai capezzoli... ora Samuele te li stringe!”
Il ragazzo annuì all’ordine del padre e strinse con decisione le mollette sui capezzoli della madre, che gridò ancor di più: “Aahhh.... mi fate male... smettete!”
Ma il ragazzo, con un po’ di sadismo, ci prese gusto e non abbandonò la presa.
Oscar però aveva in mente ben altro. Si spalmò del gel lubrificante sulla mano e si avvicinò alla figa della moglie, che emanava odori dell’orgasmo e di sperma. Iniziò ad infilarci un dito alla volta;
fino a tre per Rachele fu piacevole, ma già dal quarto cominciò ad avvertire un po’ di fastidio e, così disse: “Ma cosa fai?”
“Silenzio!... Per completare la punizione, una troia come te non può fare a meno di farsi infilare la mano dentro!”
“La mano?... No... non farlo, ti prego... non riesco a prenderla... hai una mano larga... non ci entra...” fece Rachele con tono supplichevole, cercando di divincolarsi. Ma Samuele, dopo un’occhiata del padre, la bloccò con una mano, mentre con l’altra continuava a stringerle i capezzoli con le mollette.
Oscar continuò la sua opera di digitazione, infilando anche il pollice. La mano era a metà, ma ora c’era la parte più larga all’altezza delle nocche. A Rachele venne in mente come lo stesso gioco estremo glielo fece Martina, la ragazza del figlio, ma con delicatezza e sensibilità femminile.
La rudezza e irruenza del marito le stavano facendo male, lo supplicò di nuovo:
“Smetti ti prego... mi fai male!”
“Silenzio!... una troia come te deve andare fino in fondo... ormai ci siamo... ecco!” nel dirlo Oscar diede la spinta finale e la mano entro per intero nella vagina di Rachele, che per quanto elastica e lubrificata risentì di quella penetrazione estrema. Rachele gridò di nuovo, lamentandosi del dolore,
ma gradualmente il suo apparato genitale si stava abituando a quell’intruso ed anzi cominciava a sentire una sensazione diversa, di leggero piacere. Oscar ora muoveva la mano con più dolcezza, stimolando le pareti vaginali interne e il punto-G, alternando colpetti a pugno e procurando una eccitazione inaspettata a Rachele. Adesso per lei il dolore iniziale diventava piacere, intensificato dal fatto di essere bendata, e i lamenti si trasformarono in mugolii di godimento.
“Ho la mano di Oscar dentro di me... e sto godendo... sono proprio una troia senza limiti!” pensò Rachele.
Nel vedere la madre così fistata, a Samuele riprese l’eccitazione, si massaggiò lentamente il membro che si stava risvegliando e improvvisamente gli venne un’idea perversa.
Prese un dildo che avevano usato tra loro all’inizio della serata e rimasto sul letto, lo leccò e lo avvicinò allo sfintere ancora un po’ dilatato della madre. Il padre capì l’intenzione e fece un cenno di approvazione, dicendo alla moglie:
“Ora tuo figlio ti darà ancora una dose di piacere...”
Contemporaneamente, Samuele inserì con decisione il fallo nell’orifizio anale di Rachele, che fece un sobbalzo con un grido. Ora aveva la mano in figa e un dildo nel culo, proprio come lei stessa aveva fatto alla sua amica Sara; così adesso poteva sentire anche lei cosa si provasse con questo tipo di doppia penetrazione.
I due uomini continuarono a muoversi all’interno delle cavità di Rachele, che si sentiva del tutto sfondata, finché dopo qualche altro minuto di quel trattamento, raggiunse un altro orgasmo con un gemito, arrivando a squirtare intensamente e, pur con la mano del consorte che le occupava la vagina facendo come da tappo, gli zampilli raggiunsero comunque il viso del marito di fronte a lei.
Oscar accolse quella spruzzata di piacere con sorpresa: erano molti anni che non vedeva la moglie squirtare, e in qualche modo ne fu contento.

Dopo averla fatta godere, Samuele estrasse il dildo anale e Oscar sfilò lentamente la mano, impregnata dai succhi vaginali, lasciando la fregna slabbrata.
Oscar lasciò che la moglie riprendesse fiato, poi le tolse la benda e la baciò con una certa tenerezza. Rachele ne fu sorpresa, era parecchio tempo che non la baciava in quel modo e così pensò che in qualche modo la sua ira si fosse placata.

Invece Oscar aveva in mente ancora altre forme di punizione per entrambi. Si rivolse al figlio che, dopo la venuta di poco prima, aveva ancora l’uccello consistente, eccitato com’era dal vedere la madre posseduto così, e se lo stava menando lentamente:
“Ehi tu, stronzetto... ti è piaciuto inculare tua madre, eh?!”
Il ragazzo annuì, pensando che la cosa fosse evidente, ma il padre continuò:
“Adesso lei ti renderà pan per focaccia... sarà quella troia di tua madre a inculare quel maiale del figlio!” esclamò sogghignando.
“Ma... come... no, in questa situazione non ci riesco...” cercò di opporsi Samuele.
“Fai come ti dico, altrimenti ti prendo a cinghiate!... Voglio vedere fin dove arriva la vostra perversione!... E tu, troia... preparati a inculare tuo figlio!” aggiunse Oscar con tono che non ammetteva obiezioni.
Intervenne Rachele che si stava eccitando all’idea: “Su... dai... Samuele...lo abbiamo già fatto... e ti era piaciuto!” disse, prendendo lo strap-on appoggiato sul letto.
Samuele non riuscì a dire altro né a opporsi ai suoi genitori che, in questo frangente, parevano essersi coalizzati per umiliarlo.
La madre lo fece mettere a pecorina e si dedicò al suo buchino, prima leccandolo amorevolmente e poi infilandoci due dita. Quindi indossò la cintura fallica e la lubrificò, si mise dietro di lui e appoggiò il glande sull’ano e spinse. In un attimo il cazzo materno su dentro al culo del figlio; Samuele emise un sospiro tra fastidio e piacere mentre Rachele iniziò subito a stantuffare a pieno ritmo.
Oscar era quasi incredulo: sua moglie stava inculando a tutta forza il loro figlio e ci sapeva proprio fare. In effetti a Rachele, da quando la sua amica Sara le aveva fatto usare per la prima volta lo strap-on ci aveva subito preso gusto e lo aveva poi usato anche con Samuele e la sua ragazza Martina [come raccontato nei capitoli precedenti, N.d.A.].
“Vedo che ti piace farti inculare da tua madre, proprio da frocetto, eh?!... Siete proprio due maiali depravati... Ma continuate, è uno spettacolo eccitante!” aggiunse Oscar.

In effetti a Samuele non gli dispiaceva affatto quel trattamento anale, era assai eccitato e il cazzo tornato duro, così pensò che prima o poi avrebbe preso un cazzo vero, magari di trans.
Così Rachele continuò ancora a sodomizzarlo sotto gli occhi compiaciuti del marito, il quale poco dopo ebbe un’intuizione perversa. Prese il dildo che poco prima il figlio aveva infilato nel culo della madre e lo porse a Rachele con uno sguardo perfido dicendo:
“Ora infilagli anche questo!”
Rachele lo guardò stupita, non se l’aspettava quella ulteriore richiesta. Samuele, udendo quelle parole, si spaventò e gridò: “Noo!... anche il dildo no!... due non li ho mai presi, non riesco!”
“Silenzio frocetto!... Ho visto come ti piace farti inculare... vedrai che li prenderai tutti e due dalla mammina... vero Rachele?!”
“Certo Oscar... ci penso io a infilare due cazzi nel culo del nostro bambino!” rispose lei con un sorriso perverso.
Aggiunse del lubrificante e, lasciando il fallo dello strap-on in culo, posizionò il dildo sopra e spinse con decisione. La punta entrò a forza e continuando a spingere inserì il dildo per buona parte della lunghezza. Samuele sentì una fitta lancinante, lamentandosi per il dolore, ma poi una volta dentro le sue pareti anali si abituarono a quel doppio intruso.
La mammina premurosa chiese: “Come va, amore della mamma?... Li sentì ?... E’ stupendo vederti con due cazzi in culo!... Adesso la mamma ti scopa ancora!”
A Samuele dal culo gli risalivano sensazioni contrastanti, di dolore ma anche di stimolazione crescente, così disse: “Sì mamma... dai, continua... fammeli sentire... è molto eccitante!”
Così il padre gli disse sogghignando: “E bravo il frocetto che ne prende due!... Così sei pronto per prendere cazzi veri da trans e da superdotati... da cui ti farò rompere il culo!... “
Poi, rivolto a Rachele aggiunse: “E tu madre pervertita degenere, prendimi ancora il cazzo in bocca!” e gli mise l’uccello ancora barzotto in bocca che Rachele accolse volentieri, leccandolo e succhiandolo mentre possedeva il figlio in doppia penetrazione.

Continuarono così per vari minuti, e più Rachele lo inculava forte con i due strumenti, più Samuele era eccitato e si menava il cazzo duro. Dopo parecchi minuti, Rachele cominciò a rallentare il ritmo; vedendo l’uccello in piena erezione del figlio le venne voglia di prenderlo in bocca.
Quindi, sfilò lentamente lo strap-on, lasciando l’altro dildo in culo, ammirò il culo aperto e gli disse:
“Ora girati, che ti faccio godere!”
Samuele si girò stendendosi sul letto; Rachele gli prese il cazzo in bocca e iniziò a spompinarlo voracemente, mentre gli spingeva il dildo in culo avanti e indietro con decisione.
Samuele era al limite, l’eccitazione e la stimolazione anale gli fecero ben presto raggiungere l’orgasmo, venendo in bocca alla madre:
“Ecco... sììì... mamma, ti sborro in bocca... aahh...” gridò il suo piacere il ragazzo.
Rachele avvertì i fiotti di sperma che le riempirono la bocca, li gustò e quindi li ingoiò lentamente.
“Mmm... quant’è buona la tua sborra figlio mio... l’ho ingoiata tutta...”
Quindi sfilò il dildo che era ancora nell’ano del ragazzo, rimasto dilatato e aggiunge:
“Che bel culo aperto hai... è davvero pronto per dei cazzi veri... mi prometti che quando li prenderai mi farai partecipare?.... Voglio proprio vederti farti inculare da una trans o da un superdotato, come dice tuo padre...”
Samuele era frastornato e non più lucido, e riuscì solo a dire: “Sì mamma... tutto quello che vuoi:..”

Dopo quelle severe punizioni a lei e al figlio, Rachele pensò che finalmente la sfuriata del marito fosse passata e così disse:
“Oscar, spero che così sarai contento... abbiamo fatto tutto quello che hai voluto per farci perdonare...”
Ma lui aveva in serbo un ultimo trattamento per la moglie e disse:
“Non è ancora finita, cara mia... un ultima punizione... almeno per stanotte... adesso io e tuo figlio ti pisceremo in bocca!... Su aprila bene e non ne fare cadere neanche una goccia!”
“Come mi piscerete in bocca?... No, questo no!” cercò di opporsi Rachele.
Per tutta risposta Oscar la prese per i capelli e le mise la cappella ancora gonfia in bocca e cominciò a svuotare lentamente la vescica; il flusso di pissing le arrivò in bocca, lei cercò di berlo anche se il sapore caldo e salato la disgustava; un po’ lo deglutì ma una parte fuoriuscì e colò sul parquet.
“Brutta troia incapace!... Ti ho detto di non farla cadere... adesso lecchi tutto il mio pissing sul pavimento!... Forza, pulisci tutto!” la spronò, tirandole un po’ i capelli e spingendola in basso.
Rachele giocoforza si chinò e iniziò a leccare l’urina sparsa sul pavimento. Si sentiva umiliata, ma
doveva obbedire.
Mentre era a carponi, Oscar sussurrò qualcosa al figlio, che lo guardò stupito ma poi annuì. Quindi, Samuele si mise dietro alla madre e, avendo l’uccello ancora consistente, glielo infilò nel culo aperto. Rachele ne fu sorpresa; lì per lì sorrise dicendo: “Vuoi ricominciare?”
Ma un attimo dopo, sentì un flusso caldo che le risaliva l’intestino: suo figlio le stava pisciando nel culo!
“Ma cosa fai?” Gridò lei presa alla sprovvista, ma il marito la zittì dicendole:
“E’ quello che ti meriti... un lavaggio anale da parte del tuo amante...”
Samuele continuò la minzione per più di un minuto, riempiendo gradualmente di urina l’ampolla rettale della madre. Poi completata l’operazione, estrasse il membro gocciolante dal culo; Rachele pensò che finalmente potesse andare in bagno a svuotarsi e a lavarsi, ma Oscar le mise lestamente un bicchiere sotto il buchino, dandole un ultimo ordine:
“Ora scarica nel bicchiere...e poi bevi!”
Lei non aveva più la forza per resistere; così scaricò il liquido che aveva in sé, prese il bicchiere in mano, pieno per più della metà e se lo portò tremante sulle labbra.
“Su, forza... è solo il pissing di tuo figlio uscito dal tuo culo di troia!” insistette il marito.
Alla fine, si fece coraggio, chiuse gli occhi e incominciò a bere quel liquido giallo chiaro, che almeno a differenza di quello del marito era di gusto più leggero e per nulla salato, con anche un retrogusto di sapore anale, dato l’ambiente da cui era uscito.
Riuscì a cacciare giù quasi tutto, meritandosi l’elogio del marito:
“E brava Rachele... sei stata una troia completa, fino all’ultimo... Complimenti!”

Rachele si accasciò sul letto con il respiro affannoso, stanca e provata da quel sesso inaspettato con il marito e i giochi particolari a cui l’aveva costretta, ma in fondo appagata dai godimenti che aveva raggiunto e in cuor suo contenta che la sua relazione incestuosa con il figlio fosse stata rivelata al marito, togliendosi così un peso.
Samuele vedendola così affaticata, le chiese accarezzandola premurosamente:
“Mamma, stai bene?”
“Sì, Samuele... sono solo un po’ stanca per questa esperienza così... intensa... ma spero che così
abbiamo accontentato tuo padre che ora sarà più comprensivo con noi...”
Oscar, chiamato in causa, disse con tono conciliante:
“Sì Rachele, ho capito che ora sei una donna votata al sesso... e che tra voi due c’è un’intimità e una passione reale da veri amanti... e io non voglio impedirla ma benedirla e condividerla!... Quindi, vi perdono!”
Rachele e Samuele si guardarono un po’ stupiti da quelle parole di Oscar, così diverse e accondiscendenti rispetto all’ira e agli insulti con cui li aveva travolti poco prima.
L’uomo continuò: “Così quando sarò qui a casa potremo ripetere insieme l’esperienza dei giochi a tre di stanotte... e quando io non ci sono, sarai tu Samuele a dedicarti a tua madre, ora tua amante, e soddisfarla e scoparla come si deve!... Anzi, mi farai sapere che giochi di sesso farete, con voi o con altri...”
A Rachele non pareva vero quel drastico cambiamento di pensiero del marito e ne fu felice.
In pochi giorni la sua vita e il suo ménage familiare erano radicalmente cambiati e si rese conto che ormai era davvero una donna votata al sesso come aveva detto il marito. Così gli disse:
“Oh, Oscar... ti ringrazio per la tua comprensione e per il tuo perdono!... E’ così bello amarci tutti insieme in famiglia... “ Poi con una punta di perversione aggiunse:
“... Ma quella ammucchiata con i tuoi amici del tennis... se la vuoi fare per punirmi io sono pronta e già eccitata... purché partecipi anche Samuele!”
Oscar sorrise compiaciuto e rispose: “Sei diventata proprio una gran troia...certo, la faremo presto e così sarai accontentata e scopata da tutti!”
Rachele lo abbracciò, felice della ritrovata armonia familiare basata sul sesso, dicendo:
“Grazie, caro... così sarò la baldracca depravata di casa e prenderò i cazzi di tutti!”


6 – FINE (per ora)


RIEPILOGO EPISODI SERIE: “LA BENDA ROSSA”

Cap. 1: Incesto in incognito (Parte I)
Cap. 2: Incesto in incognito (Parte II)
Cap. 3: Un dolce risveglio - Giochi lesbo con l’amica di gioventù
Cap. 4: Rachele sodomizza il figlio
Cap. 5: Madre e figlio in trio con Martina
Cap. 6: Un ritorno inaspettato (Il finale)


Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.


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